Dopo 14 anni cambiano le esigenze del web e Google si adegua: chiede ai webmasters di qualificare la natura dei link
Google annuncia cambiamenti nell’attributo nofollow, una delle caratteristiche importanti per la Seo.
I link nofollow in uscita vennero ideati nel 2005 principalmente per combattere lo spam nei commenti. Ben presto, tuttavia, è rapidamente diventato uno dei metodi consigliati da Google per contrassegnare i link non inerenti i contenuti ma anche pubblicitari o sponsorizzati.
Il Google blog dedicato ai Webmasters ha annunciato due nuovi attributi di link che forniscono ai creatori di siti o a chi lavora per l’ottimizzazione di siti web altri modi per identificare la natura di determinati link.
Questi sono riassunti di seguito:
- rel = “sponsored”: si dovrà utilizzare questo attributo per segnalare ai motori di ricerca i collegamenti sul proprio sito creati come parte di annunci pubblicitari, sponsorizzazioni o altri accordi di compensazione. Si tratta essenzialmente dei referral link che puntano direttamente a pagine di vendita oppure semplicemente ad un sito perchè parte di un accordo commerciale di scambio link.
- rel = “UGC”: UGC è l’acronimo di “User Generated Content” cioè i link inseriti nei contenuti creati dagli utenti del sito web. Questo attributo è consigliabile per le sezioni commenti e post sul forum.
- rel = “nofollow”: utilizzare questo attributo nei casi in cui si desidera collegarsi a una pagina ma non si desidera implicare alcun tipo di approvazione o consenso, incluso il passaggio del credito di classificazione a un’altra pagina. Con l’attributo nofollow in pratica si interrompe quella sinergia (positiva o negativa) che si instaura con i collegamenti ipertestuali. Sappiamo quanto, attraverso i link, può aumentare o diminuire la credibilità di un sito agli occhi di Google.
NOFOLLOW, SUGGERIMENTI DEI WEBMASTERS A GOOGLE
Il blog di Google spiega che oggi
«tutti gli attributi dei collegamenti – sponsorizzati, UGC e nofollow – sono trattati come suggerimenti su come considerare o escludere i link all’interno della ricerca. Utilizzeremo questi suggerimenti, insieme ad altri segnali, come un modo per capire meglio come analizzare e utilizzare in modo appropriato i collegamenti all’interno dei nostri sistemi».
Ma allora perché non ignorare completamente tali collegamenti, come era accadeva fino a ieri, semplicemente aggiungendo l’attributo nofollow?
«I collegamenti contengono informazioni preziose che possono aiutarci a migliorare la ricerca, come il modo in cui le parole all’interno dei collegamenti descrivono il contenuto a cui puntano. Guardare tutti i collegamenti che incontriamo può anche aiutarci a capire meglio i modelli di collegamento innaturali. Passando a un modello di suggerimento, non perdiamo più queste informazioni importanti, pur consentendo ai proprietari di siti di indicare che alcuni link non dovrebbero avere il peso di un link “follow up” o “dofollow”.
I LINK SONO IMPORTANTI PER GOOGLE
I link sono uno uno degli strumenti più importanti per valutare la qualità (ranking) di un sito rispetto ad un altro. Da oltre 15 anni Google sta combattendo una guerra contro le “fabbriche di link”, cioè tutti quei tools che generano link e backlink con il fine di aumentare la popolarità dei siti e migliorare l’indicizzazione dei motori di ricerca.
Con l’algoritmo Penguin c’è stato un primo cambiamento epocale; infatti Google è riuscito a scovare automaticamente i siti che scambiano e acquistano link facendoli letteralmente scomparire dai risultati di ricerca.
Dunque, quando vogliamo dare valore ad un link perchè strettamente correlato al nostro contenuto e perchè in grado di approfondire informazioni pertinenti e attinenti utilizziamo i link “normali” (dofollow).
Quando, invece, vogliamo togliere potenza e dire a Google “questo link non considerarlo nella valutazione del mio contenuto”, allora si utilizza il link no follow.
Da oggi abbiamo maggiore scelta nel catalogare i link potendo dare indicazioni più precise ai motori di ricerca.
Ed ora devo cambiare i miei nofollow esistenti?
Google ci spiega che no, se si usa “nofollow” questo continuerà a valere.
Non è assolutamente necessario modificare i collegamenti nofollow che già possiedi.
Si possono utilizzare più valori per uno stesso link?
«Sì», spiega Google, «è possibile utilizzare più di un valore rel su un collegamento. Ad esempio, rel = “ugc sponsored” è un attributo perfettamente valido che suggerisce che il link proviene da contenuti generati dagli utenti ed è sponsorizzato. È inoltre valido utilizzare nofollow con i nuovi attributi – come ad esempio rel = “nofollow ugc” – se si desidera essere compatibili retroattivamente con servizi che non supportano (ancora) i nuovi attributi.
E’ importante sapere che, se si sono utilizzati in passato attributi nofollow per annunci o link sponsorizzati, non bisogna modificarli.
Non è necessario modificare alcun markup esistente. Se si dispone di sistemi che aggiungono questo a nuovi collegamenti, possono continuare a farlo. Tuttavia è consigliabile di passare a rel = “sponsorizzato” se o quando è conveniente.
E’ bene comprendere che l’attributo “sponsored” rientra nella categoria “nofollow” ma con qualità specifiche. In pratica si dice a Google che quel link è nofollow ma si aggiunge anche il perchè.
Nell’ottica di migliorare il posizionamento Google nella creazione di siti internet una buona strategia seo implica di utilizzare senz’altro i nuovi attributi che costituiscono un indice per giudicare l’accuratezza e la qualità di un sito web.
Tutti gli attributi dei link (sponsored, ugc e nofollow) già funzionano oggi come suggerimenti per Google.
Ai fini della scansione e dell’indicizzazione, nofollow diventerà un suggerimento a partire dal 1 ° marzo 2020.
NOFOLLOW O NON INDICIZZARE LA PAGINA?
E’ utile ricordare anche che l’attributo nofollow riguarda solo il link e la pagina collegata che deve essere ignorata da Google.
Chi vuole evitare l’indicizzazione completa della propria pagina ed il posizionamento Google dovrà utilizzare i metodi già noti come il file robots.txt che dice ai motori di ricerca quali pagine non indicizzare e mettere in elenco o utilizzando il metatag “noindex”.
L’altro modo per evitare che il motore di ricerca indicizzi il nostro contenuto è quello di bloccare le pagine con password.
Googlebot e tutti gli altri crawler Web non sono in grado di accedere ai contenuti nelle directory protette da password.
VERIFICA LO STATO DI SALUTE DEL TUO SITO WEB
Controlla lo stato di indicizzazione e la qualità dei tuoi link con Google search console, verifica qui se la tua pagina web è ottimizzata per dispositivi mobili o rivolgiti al tuo consulente seo o consulente web marketing di fiducia per una consulenza.
Ricorda che un buon posizionamento su motori di ricerca o addirittura essere primi su google può generare un sensibile aumento di traffico sul tuo sito web di carattere organico, cioè visibilità gratis da sfruttare al meglio.
Tecniche Seo aggiornate servono proprio a questo ma occorre che alla base vi sia una chiara strategia Seo che “impregni” tutta l’architettura del tuo sito web, sia dal punto di vista strettamente tecnico che dei contenuti di qualità.